Racconti erotici

Il tunnel / Lui


Nuove strategie commerciali. Nulla che non si possa risolvere con 2 mail. Peccato che per molti colleghi non sia così facile, quindi mi ritrovo qui, trench nero, occhiali scuri per mascherare le occhiaie di una notte passata utilizzando anche altri organi oltre il cervello, sul Frecciarossa per Roma.
Per l’ennesima volta.
Quattro ore da far passare. Posto corridoio ovviamente.
Li riconosci quelli come me, quelli che viaggiano spesso in treno. Hanno uno sguardo diverso, e scelgono il posto corridoio.
Sanno bene che osservare l’umanità all’interno del vagone è molto più stimolante del paesaggio che scorre veloce dal finestrino.
L’ho notata subito quando è salita. Si muove sicura nello stretto corridoio. Labbra carnose, un bel seno messo in evidenza dalla scollatura. Gonna sopra il ginocchio. Tacco che valorizza le belle gambe.
40 anni, circa.
Anche lei mi osserva, anche lei da dietro lo schermo del cellulare. Ne sono certo.
Posto corridoio. Ora ne sono sicuro.
Per un attimo la fisso, i nostri sguardi si sorreggono, poi con noncuranza torno alle immagini di Tumblr che scorrono sul mio schermo. Ma da li dietro continuo a guardarla.
Anche lei scorre con il dito sull’iphone. Anche lei mi sta guardando. Distintamente avverto il rumore. Mi ha fotografato. Voleva che me ne accorgessi.
Muove sensuale le gambe, la gonna si alza leggermente. Mi accarezzo la barba.
Mi mostra il bordo scuro di pizzo delle autoreggenti. Sospira appena per attirare la mia attenzione, ma sa benissimo di non averne bisogno.
Galante faccio scorrere il mio sguardo sulle sue cosce, non commetto mai la scortesia di non ammirare ciò che una donna vuole mostrarmi di lei.
Sposto il baricentro in avanti. Apre appena le cosce.
Lo conosco questo gioco. Piccoli movimenti, inviti, nessuna parola.
Lo conosce molto bene anche lei.
Il mio cazzo reagisce. Apro il trench, sono certo che se ne sia accorta. Che mi stia guardando. impercettibili movimenti, avanti e indietro con il bacino.
Allarga le gambe un po’ di più.
Passo la mano sulla mia coscia, la faccio salire fino al cazzo.
Lei fa scivolare la mano nella scollatura.
Si alza, prende la borsa e indica il posto libero al mio fianco, lato finestrino.
“Vorrei viaggiare nel senso di marcia, le dispiace?” “Prego!”
Sposto appena le gambe, non voglio agevolarla troppo, e di sicuro lei non vuole essere agevolata.
Striscia sulle mie gambe, sporge vanitosa il culo.
Si siede.
Torno a guardare il mio Tumblr. Sono certo che lei sta sbirciando. Sospira. Stringe le cosce.
“Prende spesso questo treno?”
“Si quasi tutte le settimane, da Torino a Roma. E lei?”
“No prima volta.”
BUGIARDA!.
Fingendo disinteresse fisso lo schermo. La mia mano scorre verso la sua coscia e incontra la sua. Sento i suoi polpastrelli sul dorso della mia mano.
Non so se la mia mano stia guidando la sua o sia la sua a spingere la mia.
Allarga le cosce. le sfioro l’interno. Un fremito. Il bordo delle calze.
Risalgo. un altro fremito, una spinta più forte.
Ora si, mi sta spingendo.
Il bordo delle mutandine. Lo scosto. La figa. labbra gonfie. Bagnata.
Tunnel. Buio. Lo sapevo, lo sapeva.
Unghie che stringono la mia mano.
Due dita che le scivolano dentro.
Fradicia.
Sospira, ancora.
Mi muovo. So che il tunnel è breve. Lo sa anche lei. Le gambe spalancate.
Luce.
Si alza.
“Mi scusi. Devo scendere.”
“Prego”
Sposto appena le gambe, non voglio agevolarla troppo, e di sicuro lei non vuole essere agevolata.
Striscia sulle mie gambe, sporge vanitosa il culo.
Mi fa sentire il profumo della sua figa. Lo stesso che conserverò sulle mie dita fino a Roma.
La guardo ancheggiare sui tacchi lungo il vagone fino all’uscita.

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Il tunnel di Lei

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